D(is) M(anibus) / positus est hic Leburna / magister mimariorum / [q]ui vicxit(!) annos plus / [m]inus centum / [al]iquoties mortuus / [sum] set sic nunquam / [opto v]os ad superos bene / [va]ler{a}e
Dopo il 1461 ricorse senza esito all'amico Mantegna per una raccomandazione presso il cardinale Francesco Gonzaga e nel biennio '64-'65 fu con sicurezza a Bologna presso Giovanni Marcanova, ebbe accesso alla sua ricca biblioteca e lavorò nella sua officina libraria. Anche il Marcanova era un cultore d'antiquaria: collezionava monete antiche e scrisse un trattato perduto di antichità militari. A Padova cominciò una raccolta epigrafica che fu terminata a Bologna nel 1460. Due dei codici che la tramandano sono di mano del Feliciano. Il citato ms. α.L.5.15 della Bibl. Estense, terminato a Bologna il 1º ott. 1465, splendidamente ornato, è considerato il suo capolavoro, forse destinato come esemplare di dedica a Malatesta Novello signore di Cesena, poi non consegnato per la sua morte nel 1465.
Nel fondo manoscritti sono compresi: codici del sec. XV, Cronache, Statuti e ordinamenti, Archivi familiari, blasonari e genealogie, raccolte di iscrizioni, altri manoscritti di argomento faentino.
Tra i più conosciuti si citano:... Felice Feliciano Veronese [Sylloge inscriptionum latinarum veterum] (riconosciuto da Augusto Campana come in parte autografo).